INTERPLAY 2019

BILLIE JEAN è un duo estremamente fisico che unisce musica e danza. Canta dal vivo la perfomer Gisela Roset sulle composizioni di Clara Paya e Pan Brugada. La musica, la ritmicità della lingua spagnola e la danza creano una potente rappresentazione sulla complessità delle relazioni umane.

Agua è una performance “fluida”, coinvolgente, trascinante, in cui i suoni elettronici, i movimenti, le acrobazie del danzatore, mostrano le varie sfaccettature dell’acqua, i suoi diversi stati e le diverse trame che può raccontare.Le musiche originali di Diego Garrido si uniscono al poetico solo di Chey Jurado, premiato come migliore Performer al Masdanza Canaris, che prende ispirazione dalla coreografia Sentinel incentrata sui quattro elementi primari della natura.

Caronte | ad astratti furori è un lavoro visionario, uno sguardo profondo, fuori dal tempo, in un momento intimo pieno di consapevolezza, rassegnazione, simbolismo e vuoto interiore. Una danza della morte. La perfomance, vincitrice di Danza Urbana XL 2018, è un viaggio nella memoria di un giovane Caronte che ancora non conosce la sua ferocia, destinato all’orrendo compito di nocchiero dell’Ade.

Spettacolo magnetico di pura danza, rituale collettivo mutabile, cangiante. Ispirato alle teorie del caos Bermudas è un sistema permeabile, momento unico che accade nel qui e ora, nel moto perpetuo, nel movimento puro

Piccolo capolavoro coreografico che crea una mappa potente di segni fisici e poetici, capaci di evocare mondi umani e animali. Un paesaggio di desolazione e bellezza, deformazioni corporee e stridii elettronici, incontri inaspettati

Duo fisico, virtuoso, capace di catturare lo sguarda, parla di relazioni, del vincolo che si può instaurare tra due individui, sull’unione che può trasformarsi in profondo sodalizio.

Between separation è una performance sulle emozioni, sul compromesso incagliato tra la possibilità di spingersi, di andare oltre, e il talento di sapersi fermare. Un percorso che riflette sull’individuo e le sue scelte, sul coraggio di affrontare l’ignoto, sugli attraversamenti che siamo costretti a fare, sulle paure che possono rivelarsi doni…

Chi siamo?

Ipnotico, Opus nasce dalla stretta connessione con la musica classica: una raffinata indagine sugli stimoli, sugli automatismi, che nascono dall’ascolto di una melodia.

Un potente duo in una danza misteriosa mostra la quintessenza di una complessa relazione divisa tra regole interiori e il desiderio di trovare la sfrontatezza per azzardare.

Un’opera dark. Su una colonna sonora “gloriosamente” cacofonica 6 danzatori evocano con forza la sofferenza della moderna guerra urbana.

Ispirato a Beckett la performance esplora la follia insita nell’individuo con brevi sequenze e fugaci momenti di estasi.

Liov mostra il conflitto tra vivere e sopravvivere incorniciato dalle musiche di Baldomà e Mayers per un percorso che tocca le corde della violenza e dell’amore.

Bloom è un rituale che ricrea il complesso meccanismo di un fiore che sboccia, un’orchestrazione di segni risucchiati da un moto perpetuo. Un centro gravitazionale in cui un danzatore richiama a sé i corpi che ha attorno, corpi che iniziano ad accordarsi e a cooperare nel tentativo di ricostruire le dinamiche della fioritura.

In 120 gr. Sara Pischedda si mette in gioco con delicata ironia, sola sul palco si racconta, si spoglia, danza sulla sua stessa voce ironizzando su un periodo storico ossessionato dalla perfezione. Viviamo in una mostra espositiva di corpi conformi alla massa, senza sbavature, alla ricerca di conferme, in cui immagini, pose, flash e smartphone sono gli ingredienti del nostro quotidiano, accompagnati da un continuo brusio che stordisce, ottunde la mente, confonde il pensiero.