Giulio D'Anna photo by Cinzia Camela

PARKIN’SON
Giulio Giulio D’Anna (I/NL)

coreografie Giulio D’Anna
con Giulio e Stefano D’Anna
musiche originali Maarten Bokslag
disegno luci e scene Theresia Knevel e Daniel Caballero
coreografie Agnese Rosati
prodotto da: Fondazione Musica per Roma. In collaborazione con Officina Concordia (un progetto di Comune di San Benedetto del Tronto e AMAT) e Civitanova Casa della Danza (progetto di Civitanova Danza/AMAT). Con il supporto di Danceworks di Luana Bondi-Ciutti‚ Anna Maria Quinzi. Progetto vincitore del Premio Equilibrio Roma 2011. In collaborazione con Versiliadanza. Giulio D’Anna fa parte di Matilde‚ piattaforma regionale per la nuova scena Marchigiana‚ un progetto di Regione Marche e AMAT

giovedì 30 maggio
ore 22.00
spazio > Fonderie Teatrali Limone IN

Cosa raccontano due corpi essendo‚ allo stesso tempo‚ l’uno l’idea del futuro e l’altro quella del passato? In Parkin’son gli interpreti sono un terapista di 62 anni‚ senza una formazione di danza (“un corpo danzante non convenzionale”‚ come l’ha definito lo stesso Giulio) e un coreografo di 31 anni: due generazioni a confronto‚ un padre e suo figlio impegnati a mettere in scena quella che è una storia d’amore più che il racconto di una malattia (quella del padre‚ la malattia di Parkinson appunto).

Sulla scena s’intrecciano momenti drammatici e gioiosi‚ ricordi d’infanzia‚ attimi presenti e sogni futuri‚ e prendono forma intrecci e posture che sono preludio a movimenti di danza dove il corpo del padre ha la lentezza e il contegno del passato (simboleggiato dalla canzone Il mondo di Jimmy Fontana) e quello del figlio la dinamicità e l’apertura del presente e del futuro (cui corrisponde invece L’ombelico del mondo di Jovanotti). Musica e parole che provengono dal fuoriscena sottolineano passato e presente‚ ricordi e sogni dei due rispettivi protagonisti. Sul palco padre e figlio si spogliano‚ letteralmente e metaforicamente‚ per raccontarsi con il corpo in modo intimo e commovente.
I due si rincorrono e si aggrovigliano‚ accennano a carezze e si abbracciano‚ ma poi litigano colpendosi con le rispettive giacche‚ infine i loro corpi si sovrappongono l’uno all’altro‚ come uteri accoglienti. Sono‚ ha scritto un critico‚ due corpi legati da intimità familiare‚ da complicità conquistata‚ da visioni private che non temono lo sguardo altrui. Padre e figlio D’Anna‚ come se uscissero da una delle storie di “Vite di uomini non illustri” di Giuseppe Pontiggia‚ esplorano la loro relazione sul palco: una collezione di eventi personali‚ drammatici e non‚ che trovano la propria testmonianza sulle linee della pelle e sulle forme di due corpi legati dal sangue e dalla propria storia. Il curriculm vitae da oltrepassare. Il progetto nasce dal desiderio di usare “il limite” come fonte di possibilità e raccontare le due storie con la scansione cronologica delle vite illustri‚ puntando all’esaltazione di momenti e fatti che‚ ad un occhio esterno‚ potrebbero non sembrare degni di nota ma che rendono l’esistenza memorabile.
Parkin’son è al tempo stesso un diario e un manifesto‚ “un’esorcizzazione” del futuro dove le percezioni di passato‚ presente e futuro si mescolano attraverso nozioni personali e scientifiche.
“Uno dei miei primi ricordi da bambino è mio padre che guida in auto e canta “Il mondo...”

Giulio D’anna si laurea in Danza e Coreografia presso l’Università di Amsterdam‚ School for New Dance Development (SNDO). Ottiene il diploma alla Royal Academy of Dance (RAD) ed i certificati AID&A per l’insegnamento della Danza Jazz‚ Classica e Contemporanea. Accanto alla formazione coreutica segue studi in Naturopatia e Theta Healing. Come coreografo è interessato alla fusione di diversi linguaggi teatrali con “corpi drammatici” alla ricerca di corpi virtuosi NON convenzionali. La biografia di Giulio D’Anna è ricca di episodi e fatti straordinari. Dalla sua scoperta della danza‚ giovanissimo‚ intrapresa per sconfiggere una forma di scoliosi‚ alla formazione ad Amsterdam fino al suo ritorno in Italia‚ al matrimonio e all’adozione di un bambino‚ il tutto con il padre Stefano sempre accanto. «Un giorno me ne andrò‚ serenamente‚ tra le braccia di mio padre» dice a volte Giulio. Forse perché‚ al di là di ogni malattia‚ un figlio cresce sempre con l’idea che il genitore esisterà sempre‚ anche dopo di lui. Dramma‚ desiderio e umorismo sono parole chiavi per le sue produzioni. Lavora regolarmente come coreografo indipendente‚ danzatore‚ attore fisico e insegnante. Negli ultimi anni i suoi lavori sono stati presentati in Spagna‚ Italia‚ Olanda e Germania. Durante il suo terzo e quarto anno universitario è stato selezionato per due anni consecutivi nella vetrina dei nuovi giovani coreografi europei per l’ITs Festival (International Theaterschool Festival). Al momento Giulio è impegnato con il tour internazionale di “Parkin’son”‚ progetto vincitore del Premio Equilibrio 2011 e del Premio Dioraphte alla chiusura del Nederlandse Dansdagen. Attualmente sta lavorando alla creazione della nuova produzione 2012 “Giambologna 2012” prodotta dalla casa di produzione Dansateliers di Rotterdam. Giulio D’Anna fa parte di “Matilde. Piattaforma regionale per la nuova scena marchigiana”. Un progetto di Regione Marche e AMAT.